Giornata internazionale della donna: combattiamo la cultura della perfezione

Domani sarà la giornata internazionale della donna e po’ ovunque è iniziata la women week che la celebra. E io ho il dente avvelenato.

Non sono femminista in senso stretto e il fatto di essere cresciuta a pane e libertà, mi fa sentire una privilegiata. Quindi, se a primo impatto certi messaggi pubblicitari mi sembrano ovvi, studiandoli, mi rendo conto che possono avere un’influenza positiva sulle donne che fanno fatica a far sentire la loro voce. Parlo di pubblicità come quella di una famosa marca di assorbenti che affronta apertamente il ciclo mestruale (avanguardista se pensiamo che fino a qualche anno fa era un tabù fare pubblicità così esplicite) o quella (a mio avviso bellissima) realistica ed emozionale di un gruppo assicurativo che sensibilizza sulle disparità, sulle violenze e sull’empowerment femminile.

E penso… WOW, qualcosa sta cambiando!

Donna: ragazzina beauty influencer

Da donna a bambina mini “beauty influencer”

Peccato che poi mi imbatto in un articolo in cui si parla di ragazzinebeauty influencer“, letteralmente ossessionate dalla cura della pelle. Praticamente delle bambine che spiegano alle coetanee come usare sieri, creme e maschere, emulando le colleghe adulte più note. Questo fenomeno, si legge nell’articolo, nasce da figlie di mamme famose, chiamate “serum mom”, ovvero donne ossessionate dal raggiungimento di un certo standard di bellezza che, con il loro comportamento, passano alle più piccole il testimone di influencer delle nuove generazioni (leggi i nostri figli).

Mi sono documentata un po’ sull’argomento ed è uscita una letteratura sul fenomeno che mi ha impressionato. Ipersintetizzando, si sta diffondendo una cultura della perfezione che porta le donne a ricercare una cosmesi che promette la bellezza eterna. Questo fenomeno ha un forte impatto sulle nuove generazioni sempre più ossessionate dalla pelle e dal peso.

La cultura della perfezione genera ansie nella donna sin da piccola

Partendo dal presupposto che più si è piccoli meno si utilizza e meglio è (perché c’è il concreto rischio di fare solo danni a una struttura di per sé eccellente), mi chiedo come sia possibile fare passi avanti con leggi e pubblicità progressiste e poi andare indietro come i gamberi, seminando il terreno della precocità che genera complessi e ansie proprio nelle donne di domani?
Due su tutte: esposizione precoce al giudizio e pericolo di sviluppare dismorfofobia (disturbo psichiatrico definito come un’eccessiva preoccupazione per un difetto fisico non presente o solo leggermente osservabile dagli altri) perché ci si paragona a modelli troppo lontani e si persegue un ideale di bellezza irraggiungibile, arrivando a sentirsi sbagliate (qui puoi approfondire l’argomento).

E se una donna si sente sbagliata che fa? La sua autostima dove finisce? Talmente in basso che per sentirsi accettata rischia di fare scelte scellerate negli ambiti più diversi. E la ruota riprende a girare all’indietro.

Donna: bambina complessi

Il super potere dei genitori: impariamo a guidare i nostri figli ad accogliere la loro unicità

Ecco perché ho il dente avvelenato!

Se il marketing strizza l’occhiolino a queste tendenze (si stima che le ragazzine nate dopo il 2010 consumino talmente tanti prodotti di cosmesi da essere etichettate “beauty addicted” e le industrie gongolano) noi genitori abbiamo un’enorme responsabilità. Prestiamo attenzione al modo in cui manifestiamo i nostri legittimi desideri di vederci meglio e impariamo a guidare i nostri figli ad accogliere le loro esigenze, ma anche la loro unicità.

Documentiamoci su quello che effettivamente serve a qualsiasi età senza andare a ricercare il prodotto dal nome miracoloso e accattivante (al “tonico amniotico” mi è preso un mezzo infarto!). E poco importa se sei una donna particolarmente attenta o disinteressata all’argomento. I ragazzi parlano tra di loro e devi farti trovare pronta per essere certa che arrivino messaggi corretti! Abbiamo il “superpoteredi proiettare le nostre convinzioni sui nostri figli, al di là del genere. Usiamolo con cura, perché il rischio vero è che possano “arrivare a credere che le caratteristiche della pelle codificate come brufoli, rughe e cellule morte, siano difetti fisici” e, ancor peggio, difetti morali.

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